La Sardegna che non ti aspetti, ma soprattutto la parte di essa abbandonata a se stessa. Quasi per caso scopro queste due dighe di architettura fascista, distanti tra loro poche centinaia di metri e dove ormai a far da padrone è solo il muschio e il silenzio di una valle i cui bacini un tempo alimentavano la città di Sassari. Si tratta delle dighe sul Rio Bunnari.
Una di queste porta ancora la data, 1878; a valle una vecchia struttura per il controllo del flusso dell’acqua con i resti dell’impianto idraulico e un’imponente galleria che per circa 5 km arrivava a Sassari, oggi pare sia impraticabile per numerosi crolli. e la sua individuazione non è proprio facile a causa della vegetazione. Il paesaggio dall’alto appare quasi incantato, con una vegetazione che cresce ormai rigogliosa alimentata dal Rio Bunnari che ora scorre senza nessun impedimento. L’invaso di cui non rimane nulla, se non nelle carte topografiche viene svuotato nel 1999 perchè dichiarata pericolante la diga bassa, le strutture e gli impianti vengono chiusi e abbandonati.
La diga alta il cui bacino è intitolato a Benito Mussolini, sta ancora aspettando la sua sorte, intanto è lì con la sua targa a ricordare il duce dal cuore generoso e l’anniversario di una rivoluzione che ha segnato la nostra storia.