Cosa accade quando 9 comuni della valle del Grighine si uniscono?
Nasce un interessantissimo e ricco insieme di eventi, nasce Festival de Mesanìa.
Parlare di Festival sarebbe un po riduttivo perché in realtà è stato molto di più, una settimana di teatro, cinema, convegni, musica e laboratori e per chi come noi ha avuto la possibilità di starci per una settimana intera, è stato scoprire un territorio nuovo, quello del Grighine e della Valle del Tirso.
Piccoli comuni, ma con una grande potenzialità quale è il Tirso e lo spettacolare territorio che attraversa.
Allai, circa 300 abitanti, situato nella valle del Rio Massari che di lì a poco confluirà nel Tirso. E’ un caratteristico comune che sta investendo risorse nel restauro e nella conservazione delle vecchie case in trachite; passeggiare nel suo centro storico è quasi come un ritorno al passato.
Lungo il fiume non può non attirare lo sguardo la caratteristica Casa sull’Albero, costruita su imponenti eucalipti, e la casetta sul fiume dove ci si può fermare persino a pescare.
Ollastra, un tempo frazione di Simaxis, deve il suo nome alla presenza di numerosi olivi selvatici. Nel centro storico le vecchie case sono costruite con mattoni di terra cruda “ladiri” solitamente ad un solo piano. Centro agricolo al confine tra la pianura del Campidano e la montagna che conduce verso l’interno della Sardegna. Il territorio è particolarmente fertile grazie alla presenza del fiume Tirso, il più grande fiume della Sardegna.
Siamanna, villaggio costruito dai romani, si trova così come gli altri comuni, lungo la via di comunicazione che collegava Fordongianus a Usellus. Non a caso il nome, che in sardo significa appunto via grande “sa ‘ia manna”.
Siamaggiore, villaggio di origine medievale, anche il suo nome , sa ‘ia majori, riporta probabilmente ad una via di comunicazione romana. Ai primi del ‘900 perse l’autonomia e fu aggregato a Solarussa, ritornò ad essere comune negli anni 50.
Simaxis, Ai circa trenta centri di vita preistorica dell’oristanese dovevano appartenere gli agglomerati di capanne di frasche e di canne palustri, i cui resti sono stati scoperti nel territorio di Simaxis in due siti, su un gradino delle alluvioni terrazzate alla periferia ovest del paese attuale, molto vicino al rio S. Elena affluente del fiume Tirso, con manufatti e statuette raffiguranti la dea Madre mediterranea e appartenenti secondo gli studiosi alla cultura di S. Michele.
A Simaxis abbiamo fatto un incontro singolare con l’omonimo dello scrittore Giuseppe Dessì, un suonatore e costruttore di pipijaolos. Ci mostra la sua casa e la sua collezione, regalandoci uno dei suoi strumenti. Di questi luoghi restano soprattutto ricordi di persone come lui che ci ha aperto la sua casa pur non conoscendoci per mostrarci la sua arte.
Siapiccìa, sa ‘ia piccia, la via piccola, u un presidio lungo una strada che collegava Fordongianus (l’antica Forum Traiani) con Usellus (l’antica Colonia Iulia). Doveva trattarsi probabilmente di una strada secondaria o comunque di minor lunghezza: il nome Siapiccia infatti viene dal sardo sa ìa picìa, cioè la strada piccola, opposto a quello dell’abitato limitrofo detto Siamanna, sa ìa manna, cioè la strada grande.
Solarussa, il suo territorio, che ha la forma di un rettangolo molto irregolare è disposto sulla riva destra del fiume Tirso, il quale dista qualche chilometro dal centro
abitato. Il suolo grazie ai depositi humiferi è tra i più fertili della Sardegna. Esistono diverse interpretazioniinteressanti e più o meno verosimili sull’origine del paese e del suo toponimo: Secondo il ‘Cherchi_Paba’,nel suo libro Solarussa e il Campidano Maggiore ….
Il toponimo di Solarussa (che anticamente prendeva il nome di Solagrussa o Sola Rossa), deriverebbe dal colore rossiccio del suolo; E’ presente una località tutt’oggi chiamata terra arrubia, terra rossa, appunto; Secondo il Pittau nel suo libro “Opuscolo delle questioni sarde”…il nome di Solarussa lo fa derivare da: zeppara-sebara-zeppara-grussa-solarussa. mucchio grosso di pietre su cui è sorto il paese. Collina molto sassosa.
Villanova Truschedu, Il nome del paese deriva da “Truiscu” (il pepe montano), una pianta erbacea che cresceva rigogliosa nella zona e veniva utilizzata soprattutto per la pulizia di asini, cavalli e muli. Potrebbe anche derivare da Etruscula, un antico villaggio fondato probabilmente dai Romani in periodo repubblicano. Numerose sono le testimonianze di popolazioni che hanno vissuto in questi territori sin dall’epoca nuragica.
Zerfaliu, deriverebbe, secondo il Bonu, dal greco-bizantino Zoros (forte) e feos (pianta palustre). Per il canonico spanu deriva, invece, da sciaraph (luogo bruciato). Altre ipotesi proposte dagli studiosi, tra le quali una particolarmente interessante, lo fa derivare dal greco charfaillon chaurefullon (cerfoglio). Il zerfaliese Giovanni Battista Erdas nel suo libro Sardinnia, scrive che “Zerfaliu o Zerfaliu, segundu una etimologia greca, de origini semitica, bolit narri logu de vasellamini fini, kunfermau de is fatus”. Zerfaliu, nella provincia di Oristano, presenta un territorio prevalentemente pianeggiante che si estende per 15,5 kmq., tra gregori e bennaxi, nella regione storica del Campidano Maggiore e confina con Solarussa, Paulilatino, Villanova Truschedu, Ollastra e Simaxis. Il Tirso segna i confini naturali con Ollastra e Villanova.
Tutte le informazioni storiche sono tratte dai siti dei rispettivi Comuni. Le foto sono di Sara Muggittu e Marco Bellu. Per informazioni sull’Unione dei Comuni del Grighine visitate www.unionecomunidelgrighine.it